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    Renato Guttuso e Nino Garajo

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    Data di iscrizione : 10.10.11

    Renato Guttuso e Nino Garajo Empty Renato Guttuso e Nino Garajo

    Messaggio  Admin Gio Ott 20, 2011 4:24 pm



    NINO GARAJO


    BIOGRAFIA Nino Garajo nasce a Bagheria nel 1918.
    Bagheria è un importante centro agricolo, perla della Conca d’oro, sparsa fra la zagara dei limoneti all’aria profumata del mare di Aspra. Nino Garajo cresce in questo clima da cui assorbe la ragione della propria esistenza.
    La sua famiglia, di tradizione religiosa, lo educa secondo i propri severi principi. Nino frequenta i gesuiti che a Bagheria hanno una loro sede storica, e in quel periodo della sua fanciullezza crederà di avere una seria “vocazione”. Frequenta le “sorelle”, monache di palazzo Butera: gli raccontano storie delle “anime sante”. La zia Virginia di villa Palagonia lo suggestiona col racconto di folletti apparsi fra i mostri o dai sottoscala del palazzo.
    L’atmosfera è magica.
    Ma Bagheria è anche il duro lavoro dei braccianti agricoli, è feudalesimo e mafia, e il giovane Garajo è già attento a questa realtà.
    L’Italia vive gli anni centrali del fascismo.
    Nino Garajo frequenta il ginnasio. Si frequenta con Renato Guttuso, più grande di lui di cinque anni, che sarà anche suo padrino di cresima: le due famiglie sono legate da intima amicizia. I due ragazzi scoprono una vocazione comune: la pittura. Altri palermitani faranno parte del gruppo.
    “... la tenda si muoveva ai soffio dell’aria, e anche il portone non di rado si spostava all’entrare e uscire di qualcuno; sicché il mio viso appariva o svaniva, ora chiaro ora scuro, ora ilare inespressivo o triste, la forma continuamente cambiando e, con essa, il colore e l’espressione.
    Ma quando si hanno vent’anni è tale la nostra resistenza fisica e nervosa, la nostra capacità di adattamento e di sacrificio, che figuriamoci se si contano solo dieci anni o quasi, quanti io ne contavo la prima volta che mi accinsi al primo ritratto.
    Affiorava la mia bocca dischiusa, gli angoli marcati, e poi un occhio patetico, poi la fronte..” (N. Garajo-Autoritratto di un pittore - 1969)
    Nino e Renato escono spesso a dipingere insieme per le campagne e già disquisiscono dei grandi problemi dell’arte.
    Guttuso nel ‘33 dipinge il “giovane lupo di mare”, un ritratto di Nino.

    “Conosco Nino Garajo da quando ragazzo veniva con me a dipingere i cieli, i giardini, le montagne di Bagheria. Raramente accade di vedere in un giovane così acceso entusiasmo come quello che possedeva Nino Garajo in quegli anni… il “novecento” allora imperante non lo intaccava, una sorgente più fresca lo alimentava e da questa sorgente gli venivano i cieli carichi di cobalto stracciati di nuvole bianche, i mari violetti, i profili bruciati dal sole”. (Renato Guttuso, 1948) Bagheria è “Centro letterario”, la vita culturale nell’anteguerra è intensa, gli artisti e gli intellettuali bagheresi si esaltano alle visite del l’aeropoeta futurista F. Tommaso Marinetti.
    Nino Garajo è iscritto alla facoltà di Lettere e Filosofia di Palermo, alla scuola del filosofo Ferretti. Intanto dipinge e scrive, pubblicando sue teorizzazioni sull’arte, brani critici, “discorsi” su Marinetti e sul suo amico, il poeta pecoraio Giacomo Giardina.
    “...Parlando di Futurismo, pare ironia il sogno di questo poeta-pastore della casetta con l’orto e la vigna, e del rettangolo biondo tremulo di dolcezza patriarcale. E intanto la sostanza pittorica cui si giunge attraverso la lettura delle sue poesie, nei rapidi movimenti dei versi più brillantemente raggiunti, che danno la sensazione del carosello vorticoso e della simultanea sintetica cinematografia, è di una modernità assoluta ed essenzialmente futurista. Sbalzano dai canti a Godrano, il Paese nativo, quadri a tinte assolute che sono spesso, come si dice in senso prospettico trattandosi d’arte figurativa, singolarmente plastici o pittorici.
    Eccovi bianchi d’argento i vocii dei bimbi seminati nella geometria vasta dei campi, in risalto nel verde intenso della primavera; i chicchirichii dei galli che impegnandovi le creste rosse per ardimento, paion guizzi di fiamme o addirittura giochi poetici di sparatorie a tutta carica; il viso caldo di una donna che, col poeta, ci trasporta sul luogo incantato tra filamenti aurei e piccole stelle meravigliose, sospese nel fantastico azzurrino della voluttuosa sera d’ottobre... “. (N. Garajo - da autori e scrittori, 1940)
    Partecipa alle mostre Sindacali di Sicilia, alla mostra di Termini Imerese, alle Regionali, alla X mostra d’arte al Teatro Massimo, alla Mostra dei Grandi Siciliani, a tutte le iniziative locali importanti di quel periodo. Espone anche a due gare littoriali e in una di esse viene premiato e scelto prelittore per la Sicilia.
    “Nino Garajo ha fantasia e sogni e un mestiere scaltrito, non arido, non formola ancora. La sua pittura è lucida e vibrante figurazione, il colore interviene in senso assoluto, le analogie cromatiche sono felici e costruttive. È vera la storia, il suo pennello ha un passato; noi indichiamo lo schiudersi della sua vicenda” (Ugo Guerra - l’Ora della Sera 1941)
    1941-1945 — Lo scoppio della guerra non gli permette di completare gli studi universitari. (Si laureerà poi nel 1946, relatore il Prof. Ferretti, con una tesi su “L’Arte nel pensiero dei Pittori dell’800 Francese e nel pensiero dei Filosofi contemporanei in Francia”).
    (segue)








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