1. La struttura: Lo Schema
Leggendo ho spesso l’impressione di avere tra le mani una scatola in cui l’autore caccia dentro alla rinfusa tutto quello che gli viene in mente. Un argomento è affrontato, lasciato in tronco, ripreso improvvisamente più avanti. Il criterio che governa la sequenza degli argomenti spesso non risulta chiaro; i raccordi fra un argomento e l’altro mancano o sono artificiosi. Inoltre la scansione in capoversi , paragrafi e sezioni è spesso inadeguata al livello logico della cesura fra un argomento ed il successivo: laddove si dovrebbe cambiare paragrafo, talvolta non si va neppure a capo.
Non c’è bisogno di sottolineare che questo difetto è il più grave di tutti perché, se non rimediato, rende illeggibile un pezzo, mentre per rimediarlo bisogna riscrivere intere pagine,magari più volte. E’ anche il difetto più difficile da correggere; ciò non toglie che, data la sua gravità, si debba fare uno sforzo per correggerlo. A questo proposito possono essere utili quattro suggerimenti.
1.1 Prima di accingersi a scrivere si deve sempre stendere uno schema di quello che si vuole dire, organizzato in capitoli, sezioni e paragrafi sui caratteri di queste partizioni. Lo schema serve a collocare gli argomenti nella giusta sequenza e al giusto livello gerarchico.
Non è affatto necessario che al momento di iniziare lo schema sia completo, e meno che mai che sia definitivo: si può completarlo, dettagliarlo, modificarlo via via che si procede nella stesura e i problemi emergono, si articolano e si chiariscono. L’importante è tenerlo sempre presente, utilizzandolo efficacemente come guida.
Oltre che di scatole piene di carta inutile , molti testi danno anche l’impressione di truppe che procedono senza avanguardia né retroguardia: L’avanguardia è appunto lo schema , che batte in avanscoperta il terreno da percorrere; la retroguardia sono note , riferimenti bibliografici, tabelle e figure, la cui redazione viene da molti rinviata a un vago e lontano futuro, con la conseguenza che quando arriva il momento più o meno fatidico, il coordinamento con il testo sarà spesso aleatorio, e comunque più faticoso, mentre se fatto al momento di redigere il testo sarebbe stato solido e naturale.
(segue)
Leggendo ho spesso l’impressione di avere tra le mani una scatola in cui l’autore caccia dentro alla rinfusa tutto quello che gli viene in mente. Un argomento è affrontato, lasciato in tronco, ripreso improvvisamente più avanti. Il criterio che governa la sequenza degli argomenti spesso non risulta chiaro; i raccordi fra un argomento e l’altro mancano o sono artificiosi. Inoltre la scansione in capoversi , paragrafi e sezioni è spesso inadeguata al livello logico della cesura fra un argomento ed il successivo: laddove si dovrebbe cambiare paragrafo, talvolta non si va neppure a capo.
Non c’è bisogno di sottolineare che questo difetto è il più grave di tutti perché, se non rimediato, rende illeggibile un pezzo, mentre per rimediarlo bisogna riscrivere intere pagine,magari più volte. E’ anche il difetto più difficile da correggere; ciò non toglie che, data la sua gravità, si debba fare uno sforzo per correggerlo. A questo proposito possono essere utili quattro suggerimenti.
1.1 Prima di accingersi a scrivere si deve sempre stendere uno schema di quello che si vuole dire, organizzato in capitoli, sezioni e paragrafi sui caratteri di queste partizioni. Lo schema serve a collocare gli argomenti nella giusta sequenza e al giusto livello gerarchico.
Non è affatto necessario che al momento di iniziare lo schema sia completo, e meno che mai che sia definitivo: si può completarlo, dettagliarlo, modificarlo via via che si procede nella stesura e i problemi emergono, si articolano e si chiariscono. L’importante è tenerlo sempre presente, utilizzandolo efficacemente come guida.
Oltre che di scatole piene di carta inutile , molti testi danno anche l’impressione di truppe che procedono senza avanguardia né retroguardia: L’avanguardia è appunto lo schema , che batte in avanscoperta il terreno da percorrere; la retroguardia sono note , riferimenti bibliografici, tabelle e figure, la cui redazione viene da molti rinviata a un vago e lontano futuro, con la conseguenza che quando arriva il momento più o meno fatidico, il coordinamento con il testo sarà spesso aleatorio, e comunque più faticoso, mentre se fatto al momento di redigere il testo sarebbe stato solido e naturale.
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Ultima modifica di Admin il Dom Dic 04, 2011 4:48 pm - modificato 2 volte.